La Città Vecchia per la sua importante storia, ricca di testimonianze, arte e cultura, ampiamente rappresentata dalla chiese e dai palazzi nobiliari, è anche un luogo di sorprendente appeal per il turista alla ricerca di emozioni. Il centro storico della città bimare ha infatti conservato il fascino della sua antica vocazione marinara, legata alle attività della pesca e della mitilicoltura.
Nonostante le tante zone degradate e in attesa di interventi di riqualificazione urbana e di recupero degli immobili di pregio, Città Vecchia piace ai turisti che restano sorpresi dinnanzi alla bellezza di una città di cui si parla più frequentemente per altri motivi. Gli stessi tarantini in questi ultimi anni l’hanno ri-scoperta grazie anche ad alcune istituzioni come la Chiesa, l’Università, il Conservatorio Giovanni Paisiello o per il grande lavoro fatto dalle associazioni e dagli operatori socio-culturali, e che recentemente ha trovato sintesi in iniziative di successo come il Taranto Gran Tour, sostenuto con entusiasmo da Confcommercio Taranto.
Fondamentale anche il ruolo degli imprenditori che hanno creduto nel potenziale della Città Vecchia e che negli ultimi quindici anni hanno recuperato e valorizzato immobili, rivitalizzato angoli degradati dell’isola, avviato nuove attività in particolare nel settore dell’accoglienza, ristorazione, bar, intrattenimento e che,attraverso il loro impegno ed offerta di servizio quotidiano,contribuiscono a dare vitalità, sicurezza e gradevolezza al centro storico in tutte le ore, compreso nelle fasce serali e notturne.
Città Vecchia oggi – con le sue chiese, i palazzi nobiliari, gli ipogei- è un museo a cielo aperto, ma anche uno dei luoghi segnalati nella mappa della vita notturna tarantina.
L’apertura negli ultimi anni di numerosi pub, e locali dove è possibile bere un calice di vino o una birra artigianale, degustare piatti della cucina tipica locale, partecipare a serate di musica live, ha favorito la frequentazione di Città Vecchia anche da parte delle nuove generazioni che hanno imparato ad attraversare il ponte girevole per incontrarsi nel centro storico.
Tutto ciò incide su la vita dell’Isola, oggi abitata da qualche migliaio di famiglie dopo di fuga di gran parte dei residenti che negli ultimi decenni hanno preferito lasciare i vicoli e le postierle per le più comode e anonime periferie della città. Tra chi è restato, pur desiderando di vivere in un luogo che sia abitato, rivitalizzato e sicuro, spesso si registra un atteggiamento di intolleranza verso la vita che si svolge nell’Isola dopo le 21.00 .
Piace a tutti, che Città Vecchia abbia ripreso a vigore e vitalità, dopo decenni di abbandono, buio, degrado, emarginazione sociale, ma a condizione che non venga messa in discussione la quieteserale. Ne consegue una conflittualità che contrappone alcuni residenti ed i titolari di locali pubblici e che in taluni casi è persino sfociata in situazioni sgradevoli che complicano la convivenza, e scoraggiano i nuovi progetti di investimento economico del centro storico.
Confcommercio Taranto attraverso la sua delegazione di Città Vecchia, guidata da Claudia Lacitignola, recependo tali tensioni e volendo fare sintesi dei diversi bisogni ed interessi, ha avanzato già da tempo la proposta di un protocollo d’intesa con il Comune di Taranto, finalizzato a favorire un nuovo modello di convivenza tra le parti.
Regole per gli esercenti di Città Vecchia, ma anche la concessione di deroghe orarie (un’ora di musica in più, dalla mezzanotte all’una) in alcuni fine settimana, o in particolari periodi.
La proposta di Confcommercio, dopo un primo confronto con l’Amministrazione comunale, è approdata ad un tavolo allargato che ha inteso portare il confronto sul tema generale della movida notturna di tutta la città.
A parere di Confcommercio si è confuso il senso di un ragionamento che per Città Vecchia richiederebbe da tutte le parti (associazioni di categoria e Comune) un approccio dedicato, in ragione della singolarità ed unicità del particolare contesto socio- culturale-economico di Città Vecchia.
Il centro storico di Taranto, appartiene ai suoi abitanti- residenti, ma non solo. Farne un dormitorio, soffocare il desiderio dei giovani di ri-scoprirla e sentirla come luogo da vivere, sarebbe come impedire quel progetto di cambiamento di Taranto che tutti vorremmo e che proprio in Città Vecchia trova la sua chiave di volta, l’anello di congiunzione tra radici e futuro.