di Lucia Pulpo
A maggio di sedici anni fa, da Bologna è partito il viaggio di IT.A.CA\', il primo ed unico festival sul turismo responsabile, che anche quest\'anno farà tappa a Taranto (Novembre 2024), con l’obiettivo di cambiare la visione che riduce il turismo a mera fonte economica. La mission è la trasformazione delle mentalità e delle pratiche adottate quando si visita un territorio e quando si ospitano turisti e viaggiatori. Come ci ha spiegato dettagliatamente Giovanni Berardi, guida turistica e referente del festival IT.A.CA\' a Taranto.
Cos’è ‘IT.A.Cà?
IT.A.Cà è il Festival del Turismo Responsabile. Il il vagabondaggio di IT.A.Cà migranti e viaggiatori è iniziato da Bologna e questa è la 16° edizione nazionale. Dopo Bologna è stato adottato da diversi territori in tutto lo stivale nazionale. Gode di un riconoscimento internazionale prestigioso, quello conferitogli dall’organizzazione mondiale del turismo dell’ONU già nel 2018, come buona pratica in quanto ad eccellenza ed innovazione nel settore. Parliamo di una altra maniera di leggere, interpretare e vivere il fenomeno turistico, in maniera più responsabile e sostenibile, con l’obiettivo di rendere l’esperienza più autentica ma anche il rapporto, il binomio visitatore-ospitante più rispettoso dell’ambiente, riguardo alle modalità di viaggio e all\'impronta che viene lasciata sui territori.
Taranto sarà l’unica tappa pugliese? Sarà coinvolta esclusivamente la Gravina tarantina?
Per questa edizione, la quinta in loco, Taranto sarà l’unica tappa pugliese del festival, nomade per sua natura, che partito a maggio dal Monte Catria si concluderà qui a Novembre. Includerà otto regioni, quindici tappe, la prossima in Umbria mentre si è appena conclusa la prima delle due tappe sarde. Questo viaggio collettivo approderà a Taranto nel week end di Ognissanti, provando a declinare con diverse iniziative il tema nazionale scelto per questa edizione: “radici in movimento”. Il binomio migrante-viaggiatore è nel DNA di questa manifestazione che vuole far riflettere sule contraddizioni che si porta dietro. Generalmente infatti, il turista viene considerato una risorsa soprattutto economica, mentre chi si sposta, viaggiando ugualmente, da una parte all’altra del mondo per necessità viene percepito come un problema di ordine sociale. La dialettica di questa edizione del festival vuole invece coniugare questi aspetti, pur parlando del tema delle radici. Come insegna il prof. Stefano Mancuso: le piante attecchiscono tramite le loro radici e spostandosi, viaggiando, trovano le condizioni più favorevoli ad attecchire altrove creando ecosistemi nuovi che sono un’opportunità di vita per tutti.
Oltre al viaggio, sul sito si parla di residenza e resilienza. Cosa s’intende?
Per IT.A.Cà il viaggio perfetto è quello circolare, quello che parte da casa e torna a casa. Qualsiasi sia casa, dove si sta bene; questa è il concetto di residenza per le oltre 700 realtà che fanno parte di questa rete fra cui, ad esempio, quelle dell’Appennino alle prese con gravi problemi di spopolamento, per le quali sono molto importanti i significati contenuti nei nostri eventi, che parlano anche di resistenza al turismo di massa, o all\'overtourism, e di resilienza.
Negli ultimi anni, molti soprattutto giovani vanno via. Taranto. Dunque indicarla come approdo finale non è una contraddizione?
No, assolutamente, anzi è un valore aggiunto; in tanti sono andati via emigrando magari per necessità lavorative ma è vero anche che molti sono tornati o vogliono ritornare. Proprio per questo, questa forma particolare di turismo, il turismo delle radici, di chi torna per un attimo o di chi torna per organizzarsi e fare qualcosa che migliori la propria terra, si presta alla riflessione. Il turismo se lo interpretiamo come industria e fonte di guadagno va analizzato in chiave sostenibile per evitare di ricadere negli errori delle monoculture industriali o delle servitù militari, che alla lunga hanno mostrato i loro danni. È necessario portarlo questo festival a Taranto, e approfondire, sin da subito, le modalità del turismo, dei turisti o dei migranti o dei viaggiatori che vogliamo accogliere sul nostro territorio.
Può dirci quali associazioni aderiranno alla tappa tarantina e quali sono gli eventi proposti per Novembre?
IT.A.Cà a livello nazionale, ed anche locale, è una rete di reti, e anche a Taranto abbiamo una serie di associazioni, cooperative, tour operator, guide turistiche, info point regionali, associazioni sportive e teatrali, come quelle si impegnano per l\'accessibilità e l\'inclusione che insieme alle amministrazioni pubbliche locali o nazionali, come il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che vogliono offrire il loro sostegno, provano a ragionare su queste tematiche; per cui un insieme eterogeneo. Quanto alle iniziative, il programma è in costruzione con una intensa co progettazione, ma possiamo anticipare che tutta la provincia e il parco regionale delle Gravine saranno attraversate da passeggiate, trekking, visite guidate e presentazioni di libri, iniziative volte a una scoperta sostenibile e più rispettosa del territorio che si visita. Possiamo anticipare che, dovendo chiudere non soltanto la kermesse tarantina ma anche quella nazionale, concluderemo con un grande Capocanale. Si tratta di una festa che si usava fare in ambito rurale, soprattutto nelle masserie, alla fine della stagione, dopo la vendemmia, dove si ribaltava in parte il rapporto datore di lavoro e lavoratori, s’invertivano i ruoli ed erano i primi a preparare, cucinare, offrire da bere e da ballare ai secondi. Riproporre questa festa delle radici pugliesi, che molti tra i nostri emigrati ricorderanno, credo sia una chiusura adeguata del festival.