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Giornale di Taranto - Questione ambientale, il ritorno a Taranto di Nichi Vendola
Lunedì, 21 Luglio 2014 14:41

Questione ambientale, il ritorno a Taranto di Nichi Vendola In evidenza

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Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Luisa Campatelli

L’asse Stefàno-Vendola traina a Palazzo di Città politica, imprenditori e sindacati per fare il punto della situazione sulla questione ambientale. Stefàno convoca a Taranto, Vendola risponde e con lui Pelillo, Chiarelli, Cervellera, i sindacati, Confindustria. E’ come se due anni dalla bomba che ha portato il caso Ilva al centro del dibattito nazionale non fossero passati perché l’emergenza è tutta lì, nella sua drammatica essenza: piano ambientale al palo perché mancano le risorse (1 miliardo e 800 milioni per cominciare), posti di lavoro a rischio, massima incertezza sul futuro dello stabilimento…

Piano politico e piano giudiziario hanno continuato a muoversi su binari diversi e spesso divergenti o in palese scontro tra loro: da una parte la stagione dei decreti salva-Ilva, per ora è servita ad allungare l’agonia del mostro d’acciaio ma non a praticare quella terapia d’urto necessaria per mettere impianti a norma e salvaguardare l’occupazione, dall’altra l’inchiesta “Ambiente svenduto” che va avanti con il suo carico di indagati (tra i 53 che rischiano il processo com’è noto ci sono anche Vendola e Stefàno).

Sullo sfondo il dramma di una città che la sua condanna la sta subendo da anni. E’ possibile che dietro la decisione del sindaco-pediatra di chiamare a raccolta chi rappresenta il capoluogo ionico ai massimi livelli ci sia l’allarme gravissimo lanciato dai suoi colleghi alla luce dei dati sconvolgenti diffusi da Sentieri sul tasso di mortalità infantile per cause riconducibili all’inquinamento.

Insomma, i componenti del tavolo, quasi al completo, in queste ore stanno discutendo. “Prossimo appuntamento a Roma” ha dichiarato un Vendola ringalluzzito, che ha paragonato la vicenda a un gioco dell’oca dove invece di avanzare si fanno passi indietro. Tra l'altro, dopo la richiesta di trasferimento del processo fatta dai legali dei Riva per “incompatibilità ambientale”, questo potrebbe essere spostato proprio nella capitale.