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Giornale di Taranto - L'inciucio sulle riforme: Fitto ha ragione, parola di Massimo Mucchetti
Sabato, 19 Luglio 2014 07:41

L'inciucio sulle riforme: Fitto ha ragione, parola di Massimo Mucchetti

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Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Vito Massimano

Tutti gli indizi portano a supporre che Fitto abbia ragione a puntare i piedi sulla vicenda riforme.

Per questo motivo ha scritto una lettera aperta al leader di Forza Italia che ovviamente verrà fatta passare -  dal canile pieno zeppo di Dudù scodinzolanti di cui il Cavaliere si è circondato ultimamente -  come dichiarazione ufficiale di tradimento da parte del Parlamentare Pugliese e del suo gruppo.

Si tratta di una visione mistificatoria della realtà, pensata apposta dal cerchio magico per togliere al Capo qualsiasi possibilità di confronto, illudendolo che sia tutto a posto e che la sua tattica sia quella giusta (tanto la musata la piglia il Capo e nel frattempo è così contento per il battimani da elargire copiosamente prebende ai fedelissimi).

 Da dove arriva questa certezza? Perché l’abbraccio con Renzi è mortale? La risposta arriva dal  ragionamento di Fitto esplicitato nella lettera aperta a Berlusconi, messo a sistema con la missiva indirizzata allo stesso destinatario scritta questa volta da Massimo Mucchetti (giornalista e parlamentare PD) su L’Unità.

Facendo una lettura ragionata dei due documenti in sequenza, infatti, si ricava facilmente la ricostruzione della strategia di Renzi  che non mira a null’altro se non a fottere Berlusconi su tutta la linea condannandolo ad una fine indecorosa dopo averlo usato a dovere.

Proviamo a capire: la riflessione di Fitto parte dal Patto del Nazareno; esso prevedeva un’intesa sul sistema elettorale ed in subordine sulle riforme istituzionali. “Invece, come per magia, - prosegue il pubblico ragionamento di Fitto -  settimana dopo settimana, il quadro è cambiato fino ad essere capovolto: il sistema elettorale frutto di quell’accordo non c’è più”  mentre “in primo piano è apparsa una modifica costituzionale che tuttora fa molto discutere e non convince la gran parte dei nostri parlamentari”.

Come se non bastasse, “il secondo aspetto che crea perplessità è la fretta con cui si vuole procedere. Come se ci fosse un decreto-legge in scadenza. Come se il mondo finisse tra qualche ora. Perché?” –  si chiede Fitto – ipotizzando quasi che Berlusconi paia ipnotizzato da Renzi ed in posizione di passiva subalternità .

Perché? La risposta arriva dalla pubblica missiva che Massimo Mucchetti  invia a Berlusconi, colto quasi da una Sindrome di Stoccolma mista a pietà verso un uomo avversato per tutta la vita e visto ora come indifeso predestinato ad uno spietato ed indecoroso epilogo sotto i colpi delle procure, dei consiglieri non all’altezza e di un gigantesco tradimento mascherato da patto bipartisan sulle riforme.

Massimo Mucchetti parte, guarda caso,  dalla stessa perplessità di Raffaele Fitto che si può sintetizzare con due domande: ma i patti con Renzi  non riguardavano prima l’Italicum ed in seconda battuta la riforma del Senato? Come mai la propedeuticità è stata invertita?

“Temo che lei abbia preso un abbaglio” – dice Mucchetti ad un  Berlusconi che si fida troppo della parola di Renzi -  perché,  a differenza dell’uomo d’affari , “ per l’uomo politico la parola data vale principalmente per gli altri, assai meno per se’ stesso” e per questo Renzi tradirà il Cavaliere al momento giusto così come ha fatto con Enrico Letta che doveva stare sereno.

La tattica renziana, a parere dell’estensore della lettera, è la “politica del carciofo” secondo la quale il Presidente del Consiglio userà Berlusconi come un tram dal quale scendere non appena portata a casa la riforma del Senato partorita secondo le sue convenienze.

Ottenuta da Berlusconi una riforma del Senato capace di semplificargli la vita, Renzi sarà pronto a scaricarlo un minuto dopo per fare la riforma elettorale con Bersani, Calderoli e Alfano.

Ciò gli consentirà di portare a casa il duplice vantaggio di  ricompattare il PD ed indebolire l’opposizione attraverso un sistema elettorale che garantisca la sopravvivenza ai piccoli partiti di centrodestra rendendo quest’ultimo un arcipelago debole perché frammentato ed incontrollabile dal Cav.

In tal modo, con un Senato reso marginale e con una legge elettorale fatta su misura, Renzi vincerà facile e potrà così eleggersi il nuovo Capo di Stato, cui Berlusconi, in virtù dei servigi resi, conta di pietire la grazia che probabilmente non arriverà sia perché egli non servirà più al Pd renziano sia perché “non ci vorrebbe una grazia – dice Mucchetti -, ma ce ne vorrebbero tre o quattro: una per ogni condanna che le potrebbe arrivare dai processi in corso”.

Morale della favola: Berlusconi si è fatto imporre il patto del Nazareno, si è fatto imporre le modifiche all’accordo, si è fatto imporre il cambio del cronoprogramma (il Senato prima a la Legge elettorale poi) e adesso minaccia i suoi Parlamentari di mandarli nel Nuovo Centro Destra se non voteranno compatti questo scempio destinato paradossalmente anche a penalizzarlo.

Berlusconi sta facendo la Velina di Renzi, polverizzando il centrodestra e comportandosi di fatto come un Alfano qualsiasi. Solo che se i patti li fa Angelino, allora “non ha il quid” ed è un traditore (che poi è anche vero) mentre se lo stesso Berlusconi si consegna alla sinistra, lo fa perché è un Padre Costituente e traditori sono tutti coloro che non gli dicono che è il più ganzo del Palazzo anche se si suicida.

Spiace dirlo ma Berlusconi con il suo comportamento remissivo sta dando ragione ad Alfano, sta implicitamente dimostrando che il NCD ha fatto bene a rimanere schiacciato sul centrosinistra non fornendo una linea alternativa di centrodestra da opporre ad un Premier che (sulle riforme e sul Governo) detta la linea a maggioranza e opposizione. E invece avrebbe dovuto marcare la diversità perché è più influente un’opposizione capace di interdire rispetto ad un’opposizione subordinata alla maggioranza.

A meno di un coup de théâtre, Berlusconi sta sacrificando il destino di un’intera area politica in cambio (forse) dell’ennesima falsa promessa di un salvacondotto e questo appare ormai chiaro oltre che difficilmente ammantabile con la bella scusa del bene del Paese. Sarà l’ennesima mediazione “giannilettiana” che finirà in tragedia? Ci sono fortissime probabilità e la storia dovrebbe averglielo insegnato.

E ci voleva Fitto, che scrive pubblicamente al suo Leader e Mucchetti, che scrive al suo avversario per consigliargli di non fidarsi del suo leader,  per capire che si tratta di una fregatura? No, ci voleva buon senso.

Non sappiamo bene cosa spinga  Berlusconi  a “fare la donna arrendevole” nella coppia di fatto con Renzi: sarà forse il frutto di un calcolo clamorosamente sbagliato o sarà forse la voglia matta di sperimentare nei fatti il nuovo corso di Forza Italia sui diritti civili? Non lo sappiamo