Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Luisa Campatelli
Confindustria Taranto chiama Vendola (della serie se ci sei batti un colpo), il sindaco Stefà no sventola il “no” ottenuto in Consiglio comunale (“perche abbiamo chiesto chiarimenti e nessuno ce li ha dati”) in seno al centrodestra si palesano posizioni contrastanti tra i consiglieri regionali di Forza Italia Sala nessuna ricaduta sul territorio”)che ha dalla sua il partito e Lospinuso (“un’occasione unica per Taranto”). Insomma, il caso Tempa Rossa si complica e diventa oggetto di scontro, acceso. A sparigliare le carte è stato sicuramente il “no” espresso dal Consiglio comunale di Taranto, “benchè - ha spiegato il leader dei Verdi Bonelli perché abbia efficacia questo “no” deve essere accompagnato da una variante al Piano regolatore che recepisca la direttiva Seveso, altrimenti saremmo di fronte all’ennesimo atteggiamento gattopardesco”. Su questo terreno si è mosso anche il gruppo consiliare Pd che ha prodotto un articolato ordine del giorno.
Senza dimenticare che il progetto targato Eni spa ha già incassato negli anni pareri favorevoli e autorizzazioni da parte di Comune, Regione e Governo centrale, in attesa che Stefà no completi la pratica, la patata bollente rimbalza tra Roma e Bari. Immaginiamo che in queste ore ad avere un gran da fare sarà certamente il capo delle relazioni esterne dell’Eni a Bari, già capo di gabinetto di Vendola. Quest’ultimo, tra l’altro, è stato chiamato direttamente in causa da Confindustria Taranto, “chiediamo – l'intervento della Regione Puglia e del governatore Vendola- hanno scritto gli industriali ionici- affinchè si esprima su una questione che è culturale e sociale prima ancora di essere produttiva ed economica".
Se StefĂ no manterrĂ la sua linea potrebbe profilarsi uno scontro tra Regione, Comune e Governo centrale con ambientalisti e industriali pronti alla battaglia per difendere le rispettive posizioni.
Luisa Campatelli