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Giornale di Taranto - MANCANZE/ Addio a Celeste Fortunato, esempio della battaglia ambientalista tarantina. In “All’alba della primavera” la sua preziosa testimonianza
Martedì, 25 Luglio 2023 17:39

MANCANZE/ Addio a Celeste Fortunato, esempio della battaglia ambientalista tarantina. In “All’alba della primavera” la sua preziosa testimonianza In evidenza

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Città sgomenta per la scomparsa di Celeste Fortunato, giovane donna tarantina, stroncata da una grave forma leucemica. Abitava al quartiere Tamburi ed era diventa simbolo ed esempio della battaglia ambientalista. Lottava, con determinazione, anche attraverso le parole e il racconto della sua esperienza. Il suo libro “All’alba della primavera, storia di un’avventura oncologica” è tra le cose preziose che lascia, il suo amore per Taranto, l’impegno per la difesa dei diritti dei suoi abitanti, una testimonianza di amore per la vita e per il suo territorio. Queste le sue ultime parole: Non arrendetevi mai, lottate sempre. Battetevi per ciò che è giusto, anche quando tutto sembra perduto. Amatevi. L’amore è la cosa più importante, irrinunciabile, fondamentale, alla base della mia vita. Se avrete amato, avrete vissuto, vissuto davvero. E nulla vi farà paura. Vi voglio bene. Proteggete mio figlio, la cosa più bella che ho fatto nella mia vita. State accanto al mio amore Enzo. Alla mia mamma, al mio caro papà, alla mia straordinaria sorella, il mio mondo. Grazie per tutto ciò che di bello mi avete donato, facendomi felice.

Celeste

In queste ore si susseguono messaggi, ricordi, di seguito pubblichiamo quello di Mara Venuto, poeta e drammaturga. 

 

 

“Quasi sette anni fa. 

Allora Celeste stava bene, il cancro era lontano, anche se lei, nata e vissuta nel quartiere Tamburi a ridosso del siderurgico, lo sentiva sempre incombente.

 

Quel pomeriggio ho presentato a Palazzo Pantaleo il suo romanzo ambientato a Taranto negli anni \\\'30, e lei aveva voluto un look che richiamasse quell\\\'epoca.

Era bella, bellissima. Come dentro, così fuori.

 

Pochi giorni prima avevamo preso un caffè di fronte al canale navigabile, con lei c\\\'era il suo bambino, Egidio, come il santo monacello tarantino. Egidio che le somiglia tanto, e  sorrideva sempre come lei.

 

Oppressi dell\\\'ingiustizia, assistiamo oggi a questo ennesimo scempio, la morte di una giovane e meravigliosa donna, una figlia, una sorella, un\\\'amica, una moglie amata, una madre che lascia un bambino ancora piccolo che, come tanti altri, dovrà crescere senza di lei! 

 

Una donna che ha perso la vita dopo anni di sofferenze, e un via vai di speranze e terrore.

Le sofferenze fisiche ed emotive dei malati oncologici non sono un dettaglio anche quando il male è sconfitto: restano anni di dolore sottratti alla vita e alla gioia!

 

La rabbia ormai è inutile e non trova ascolto né sfogo. Ci è stato tolto anche il diritto di piangere e gridare giustizia.

 

Celeste, per te la battaglia ambientalista era vitale, e riposerai in pace davvero quando l\\\'ultimo altoforno sarà spento per sempre.

 

Ti abbraccio commossa con il cuore, commossa”.

Lu.Lo.