Nessuna sospensione cautelare urgente per l’ordinanza con cui il 22 maggio il sindaco di Taranto ha ordinato ad Acciaierie d’Italia, ex Ilva, di individuare in 30 giorni le cause che provocano un aumento delle emissioni di benzene dall’area a caldo della fabbrica, altrimenti entro 60 giorni gli impianti dovranno essere fermati. Il Tar del Lazio, esaminando il ricorso di Acciaierie d’Italia contro l’ordinanza del sindaco Rinaldo Melucci, ha fissato infatti per 22 giugno la camera di consiglio. In questa sede verrà esaminato il ricorso con il quale l’azienda chiede la sospensione dell\\\'efficacia del provvedimento del sindaco di Taranto.
Il rinvio alla camera di consiglio è stato deciso con un decreto monocratico del Tar. Gli obblighi dell’ordinanza riguardano anche Ilva in amministrazione straordinaria, società proprietaria degli impianti siderurgici, ma è AdI, che li gestisce in fitto, che si è mossa ricorrendo al Tar.
Spiegando l’ordinanza, il sindaco Melucci ha dichiarato: “Abbiamo ricevuto da Asl evidenze chiare rispetto al rischio per la popolazione, in particolare riguardo al danno provocato dall’aumento della media annuale della concentrazione di benzene, anche se al di sotto dei limiti di legge. Un’ulteriore relazione di Arpa ci ha consentito di correlare i picchi registrati all’attività dell’acciaieria, per questo l’ordinanza è mirata ad AdI e Ilva in as”. “Abbiamo applicato quella precauzione che ci assegnano le norme rispetto a un problema che era stato già sollevato e affrontato anche all’interno dell’osservatorio ispirato all’articolo 41 della Costituzione, che abbiamo insediato a gennaio - ha rilevato il sindaco di Taranto -. I nuovi elementi ci hanno messo nelle condizioni di procedere e ora attendiamo le necessarie risposte”. Per motivazioni analoghe, il sindaco Melucci ha emesso un’altra ordinanza simile a febbraio 2020, che fu validata dal Tar di Lecce ma fatta decadere dal Consiglio di Stato a giugno 2021. Rispetto a tre anni fa, il recente decreto legge sugli impianti strategici ha centralizzato al Tar del Lazio la competenza sugli eventuali conflitti.