- “La pretesa di Acciaierie d’Italia che ritiene che manchino i presupposti per la presentazione di una valutazione preventiva dell’impatto sanitario dello stabilimento siderurgico di Taranto, è inaccettabile. Non c’é nessun legge che le vieti di fornire quella che appare una collaborazione doverosa”. Lo dice Legambiente dopo aver appreso che l’ex Ilva ha scritto al ministero dell’Ambiente affermando che “non sussistono i presupposti per la presentazione di una valutazione di impatto sanitario in quanto si tratta di un adempimento che non é previsto dalla legge”.
“Tale pretesa tuttavia non ci stupisce - afferma Legambiente - costituendo la mera conferma di un atteggiamento contraddistinto dalla scarsa o nulla attenzione nei confronti del territorio in cui l’azienda opera. Per questo avevamo già chiesto al Governo, in sede di conversione dell’ultimo decreto \\\'Salva Ilva\\\', di specificare l’obbligo di tale valutazione per gli impianti industriali “di interesse strategico nazionale” e quindi anche per l’ex Ilva di Taranto”.
“Per questo torniamo oggi a chiedete al Governo di intervenire con un decreto legge\\\", incalza Legambiente, \\\"che chiarisca l’obbligo di effettuare immediatmente, e con effetto vincolante sulla capacità produttiva massima dello stabilimento siderurgico, una valutazione preventiva di impatto sanitario secondo le linee guida Vis definite dall’Istituto superiore di Sanità e adottate dal ministero della Salute”.