Il progetto dell’artista tarantino nella rassegna “Fotografia, architettura, territorio” del Comune di Legnano e dell’Archivio fotografico italiano
Le periferie di Taranto, ritratte nelle fotografie di Vito Leone, sono protagoniste a Legnano (Milano), nelle stanze del Castello visconteo, nella rassegna “Fotografia, architettura, territorio”, organizzata dal Comune di Legnano e dall’Archivio fotografico italiano, nell’undicesima edizione del “Festival fotografico europeo”, in programma in varie località della Lombardia.
“Taranto, quartiere Tamburi” è il titolo della mostra, inaugurata sabato 1 aprile, che fino a domenica 6 maggio esporrà gli scatti realizzati dall’artista tarantino ed ospitati nella manifestazione, che comprende e mette a confronto anche fotografie dei comuni dell’altomilanese e delle borgate di Roma, di altri autori. La rassegna ha il patrocinio dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano e della Commissione Europea ed è curata da Claudio Argentiero.
Attraverso le sue opere, Vito Leone presenta una documentazione visiva del territorio della città pugliese e delle sue zone marginali: dai paesaggi intorno all’acciaieria, all’edilizia popolare, a zone dimenticate tra campagna ed industria. È una fotografia architettonica, geometrica, che segue le regole del minimalismo, apparentemente fredda, ma ricca di pietas e di pathos. Il tema del paesaggio suggerisce una riflessione sulle dinamiche sociali dettate dal contesto di vita e di lavoro; ci sono luoghi urbani e non-luoghi, luoghi di transizione o di passaggio, comuni a tutte le grandi periferie urbane, che invitano ad un’analisi sull’uomo e ad una ricerca di senso. Nei suoi scatti, Vito Leone elabora il tentativo di conferire dignità alla periferia industriale, alle aree suburbane vicine allo stabilimento siderurgico. Le sue fotografie documentano i quartieri della città (Tamburi, Paolo VI, Porta Napoli e le nuove zone di espansione edilizia), ma anche aree retroindustriali abbandonate ed archeologia urbana del secolo scorso, che a Taranto è stato caratterizzato da una produzione massiccia e invasiva. Nato nel quartiere Tamburi, il fotografo, vicino a questi ambienti, perché familiari, cerca di svelare la bellezza e l’umanità di questi luoghi spesso guastati dal degrado. Al tempo stesso, la ricerca vuole essere un atto di denuncia della situazione ambientale e sociale della città, un appello per la comunità. Quello di Leone è un lavoro fotografico che corre su una doppia traccia. La prima, oggettiva, è quella delle linee e delle forme, del “senso geometrico” del paesaggio; l\'altra, soggettiva, è quella filtrata dall\'occhio umano, che in quegli scorci vede, pur nella loro desolazione, umanità e dignità. Il tempo sembra sospeso. Le periferie di Taranto diventano simbolo delle periferie di tante altre città, i cui luoghi si assomigliano. La presenza umana non c’è o è appena accennata, ma se ne percepisce il respiro e si intravede attraverso gli elementi del paesaggio urbano: il contrappunto di finestre chiuse ed aperte, i panni stesi, un manifesto pubblicitario, i resti di antichi laboratori artigiani; i colori, utilizzati sulle facciate in maniera sgargiante. Il risultato è uno studio sulle forme alla ricerca di una “grammatica” dello spazio: non solo architettura, ma anche fotografia sociale. Un metodo caro alla fotografia americana paesaggistica degli anni Settanta e riattualizzato in questo lavoro. La funzione dell\'atto fotografico, oltre lo sforzo della documentazione e catalogazione, diventa, dunque, riordinare il caos, svelare la bellezza dei luoghi marginali. Un bello capace di resistere alla violenza umana e rintracciare, nella sua forma, un nuovo ordine estetico ed ontologico, una coerenza sottesa alla vita, una speranza, un senso.
Nato e cresciuto nel quartiere Tamburi di Taranto, Vito Leone è laureato in Lingue e Letteratura inglese ed è docente nell’istituto di istruzione secondaria superiore “Del Prete – Falcone” di Sava (Taranto). È giornalista e da anni si occupa di fotografia di paesaggio. Ha partecipato ed allestito mostre, ed eventi sulla fotografia, in Italia ed in ambito internazionale. È stato finalista mondiale nel concorso Sony World Photography Awards 2017. Ha vinto premi in concorsi fotografici, tra questi il primo premio del concorso “Scali Urbani” 2019 dell’Ordine degli Architetti di Livorno.