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Sabato, 25 Marzo 2023 08:08

FUMATA NERA/ Sindacati spaccati nella trattativa al ministero per la cig chiesta da Acciaierie d’Italia per 3mila unità In evidenza

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Aggiornato al 28 marzo, alle 16, il negoziato per la cassa integrazione straordinaria in Acciaierie d’Italia, ex Ilva. La decisione é stata presa nel confronto di ieri mattina, probabilmente per evitare che si arrivasse ad un accordo separato sulla cassa, come sembrava profilarsi in queste ore. La Uilm, sindacato maggioritario a Taranto, aveva già fatto capire che nom avrebbe firmato alcuna intesa. Martedì la riunione sarà in modalità call conference e martedì è anche l’ultimo giorno utile perchè la cassa integrazione straordinaria è in scadenza. Si tratta quella aperta a marzo 2022. Per quest’anno la cassa straordinaria è stata chiesta da Acciaierie d’Italia per 3.000 dipendenti del gruppo, stesso numero del 2022, di cui 2.500 a Taranto. 

Le trattative per la cassa integrazione straordinaria nel gruppo Acciaierie d’Italia (3.000 dipendenti complessivi, 2.500 a Taranto) erano arrivate ad uno snodo importante col nuovo incontro al ministero del Lavoro. Fonti sindacali non escludevano la possibilità che il negoziato potesse chiudersi anche in giornata ma con un accordo separato. In sostanza, avrebbero firmato solo alcune sigle metalmeccaniche e altre no. Tra le organizzazioni che osteggiano la cassa integrazione c’è la Uilm, primo sindacato nel siderurgico di Taranto, riconfermato tale alle elezioni per il rinnovo delle rsu di tre settimane fa, che eventualmente non firmerebbe l’intesa. La Uilm ha già dichiarato inutile l’aggiornamento a stamattina dell’incontro perché ritiene che le condizioni non possono cambiare nel giro di qualche ore. Più possibilista verso l’accordo appare la Fim Cisl, anche se questo sindacato ha affermato che le distanze con l’azienda rimangono ancora rilevanti. Nelle ultime ore è emersa al tavolo ministeriale - l’ha lanciata la Uilm - l’ipotesi di non firmare alcun accordo come è accaduto l’anno scorso per la prima annualità della cassa integrazione straordinaria in AdI, chiesta e applicata per gli stessi numeri proposti per il 2023. In sostanza, siccome per Taranto, da fine marzo, la cassa straordinaria sarebbe per ora sino a fine giugno perchè l’ex Ilva di Taranto ha ancora 12 settimane da esaurire del cosiddetto contatore del quinquennio mobile degli ammortizzatori sociali, e dopo giugno dovrà aprirsi una nuova procedura, la proposta Uilm è quella di chiudere adesso col mancato accordo per rivedere poi tutta la partita a giugno prossimo. La nuova cassa per 3.000 addetti, quindi, partirebbe egualmente anche col mancato accordo, ma i successivi tre mesi, dice la Uilm, con l’aiuto del Governo dovrebbero servire a fare chiarezza su piano industriale, investimenti e prospettive dell’azienda. Questo, si afferma, per agganciare la cassa ad un quadro molto diverso dall’attuale. Altre organizzazioni non hanno  peró condiviso quest’impostazione perchè, secondo loro, l’eventuale possibilità di riaprire la discussione a giugno, puntando ad un’intesa migliore, sarebbe valsa solo per Taranto in quanto gli altri siti di Acciaierie d’Italia non sono nella stessa condizione del sito pugliese, cioè non hanno settimane pregresse di cassa da smaltire prima di accedere alle nuove. E quindi il mancato accordo avrebbe penalizzato i lavoratori di Genova, Novi Ligure, Racconigi, Milano ed altri siti per un altro anno intero. “Ma abbiamo chiesto al ministero del Lavoro di supportarci verso l’azienda affinchè un’eventuale ripresa del negoziato a giugno possa avere effetti anche sugli altri stabilimenti del gruppo AdI”, spiegano ad AGI fonti Uilm. 

Giornalista1

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