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Giornale di Taranto - INCONTRO DI FINE ANNO/ Il sindaco Melucci: “no fondi pubblici ad Acciaierie d’Italia senza piano industriale come per Alitalia”
Martedì, 20 Dicembre 2022 15:25

INCONTRO DI FINE ANNO/ Il sindaco Melucci: “no fondi pubblici ad Acciaierie d’Italia senza piano industriale come per Alitalia” In evidenza

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“Il ministro Urso é una persona per bene che si sta impegnando, ma io temo, e sono molto preoccupato, che ad Acciaierie d’Italia, ex Ilva, si diano delle risorse in assenza di un piano industriale. Si replichi cioè il modello Alitalia, immettendo fondi pubblici nell’azienda ma senza strategia”. Lo ha detto oggi il sindaco di Taranto e presidente della Provincia di Taranto, Rinaldo Melucci, su Acciaierie d’Italia, ex Ilva, nella conferenza stampa di fine anno. Melucci ha commentato l’ipotesi secondo cui il Governo a brevissimo si accingerebbe a varare una norma, probabilmente un decreto, relativa ad un prestito ponte verso l’ex Ilva per consentirle di superare la grave crisi finanziaria e la rilevante esposizione debitoria accumulata verso molti fornitori, alcuni dei quali di primaria importanza.

    “Non se ne esce - ha sostenuto Melucci - se non c’è anche un impegno dell’altra parte cui eroghiamo risorse. Io, da sindaco, quando rivendico un accordo di programma per l’ex Ilva, non è per replicare quanto si è fatto a Genova ma indico un modello amministrativo da riempire di contenuti. Serve cioè una piattaforma - ha sostenuto il sindaco di Taranto -  in cui mettiamo tutte le risorse, il Pnrr e indichiamo chiaramente i compiti e gli impegni di ciascuno. Bisogna delineare una comune prospettiva industriale che non è il revamping di qualche altoforno ma l’uso dei  forni elettrici e delle altre tecnologie che escludano dal ciclo produttivo le cokerie e tutti gli altri inquinanti”. 

 

“Questo processo -  ha aggiunto Melucci - non è una follia. La transizione ecologica costa e costa in termini di tempo, posti di lavoro risorse necessarie. Ecco perché insisto nel chiedere un accordo che indichi come si impiegano gli esuberi, come si gestiscono esodi e bonifiche. Un accordo, in altri termini, dove tutti assumono una parte di responsabilità e mettono in campo il proprio impegno a fronte di misure costose per la transizione. Che per farla ha bisogno di coraggio, lavoro e soldi”. 

     Il sindaco di Taranto ha poi aggiunto che alla luce degli sviluppi di DRI Italia, la società guidata da Invitalia che ai occuperà della produzione del preridotto, semilavorato da usare nel ciclo produttivo dell’acciaio, “bisogna anche ricalibrare gli equilibri perchè noi non siamo disponibili a produrre altri prodotti inquinanti”. Infine sul perché a dieci anni dal sequestro degli impianti siderurgici a Taranto la vicenda ex Ilva sia ancora irrisolta, il sindaco di Taranto ha detto che “negli anni, per mantenere saldo il posto di lavoro, abbiamo derubricato le ragioni dell’ambiente. Poi abbiamo avuto tanti cambi di Governo e dunque più linee, ogni volta abbiamo ricominciato daccapo. Ma se un tema così complesso, perchè questo di Ilva è il dossier industriale italiano più complesso, non lo sganciamo dalle vicende politiche, se non la finiamo di rimescolare sempre le carte, non ne usciremo”.