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Lunedì, 26 Settembre 2022 18:41

ELEZIONI POLITICHE/ In Puglia Pd da ricostruire, centro destra all’attacco, M5S primo partito In evidenza

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 “Abbiamo perso. Ha perso il Partito Democratico”. È nelle parole del presidente Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro che è concentrata tutta l’amarezza della sconfitta dem. Sconfitta che, forse, appariva già annunciata visti i risultati degli ultimi 14 anni dei democratici pugliesi a livello nazionale, a differenza di quel che accade a livello locale. “Il Pd pugliese – ha analizzato il governatore Michele Emiliano -, che alle precedenti elezioni politiche del 2018 alla Camera, prese il 13,68%, oggi cresce di 3,14 punti percentuali arrivando al 16,82%. Il M5S pur perdendo 16,98 punti percentuali rispetto al 2018, oggi è primo partito in Puglia con il 27,96% dei voti. Il Pd pugliese con il 16,82% registra il miglior risultato tra tutte le regioni del Sud Italia e questo vale anche per il risultato di coalizione del centro sinistra. Il fatto che sia comunque sotto la media nazionale è una costante di tutte le elezioni politiche (2008, 2013, 2018), con la differenza che in questa tornata elettorale il Pd in Puglia cresce del 3,14% rispetto alla precedente. Nei collegi pugliesi il Pd migliora il risultato del 2018 e, tra le città dove si registra una maggiore crescita, ci sono Lecce con il 21,71% (2,5% più del dato nazionale, 4,94% in più del dato 2018) e Bari città che raggiunge il 19,33%”. Ma per Decaro non si può cantare vittoria per il risultato raggiunto a Bari, tanto che potrebbe “farmi pronunciare la classica frase da talk show del giorno dopo: ‘Il PD ha retto’”, ma “non posso che riconoscere, anche qui a Bari, la nostra sconfitta” per trarne “insegnamento, metabolizzarla e andare avanti”.

 

 Secondo Emiliano, il risultato sarebbe stato notevolmente diverso se, sul modello portato avanti anche in Regione Puglia, ci fosse stato un accordo con il Movimento Cinque Stelle che avrebbe portato il consenso giallo-rosso al 50,45%, superando il centrodestra che si è attestato al 41,09%: “Avremmo giocato tutta un’altra partita”, dice il governatore. Sì, perché il vero vincitore della partita in Puglia è il Movimento di Giuseppe Conte che, proprio dalla sua terra natia, supera il 28% dei consensi, staccando di 2% percentuali Fratelli d’Italia e di 9% i dem. A vincere per i pentastellati è stata proprio la presenza nelle piazze di Conte, il programma “coerente su reddito di cittadinanza, superbonus e salario minimo”, come ha ricordato il senatore uscente Gianmauro Dell’Olio. A fare ‘man bassa’ nei collegi uninominali, in attesa dei calcoli per i plurinominali, intanto, è il centrodestra che conquista cinque posti in Senato e nove alla Camera: riconfermate le posizioni del coordinatore regionale della Lega, Roberto Marti, del Sottosegretario alla Giustizia, il forzista Francesco Paolo Sisto, ma anche le new entry come Filippo Melchiorre che diventa senatore dopo 25 anni di militanza al fianco di Meloni. Salgono di grado il leghista Davide Bellomo e l’azzurro Giandiego Gatta che da consiglieri regionali diventano deputati, mentre arrivano riconferme per il coordinatore regionale di Forza Italia Mauro d’Attis e per il Sottosegretario all’Istruzione della Lega, Rossano Sasso. “Pugliese d’adozione”, come si definisce lei, a vincere nel collegio di Molfetta -  che comprendeva ben 17 comuni dell’Area Metropolitana Barese -, c’è Rita Dalla Chiesa, volto noto della Tv e figlia del Generale Dalla Chiesa. Non si esclude che sia proprio per lei il riferimento di Antonio Decaro che, sul suo profilo facebook, non lesina stoccate: “Ci ritroviamo deputati e senatori che non sanno nemmeno trovare sulla carta geografica i paesi nei quali vengono eletti. Solo perché fedelissimi ai leader di partito, o a qualche capo-corrente”. Al contrario, Decaro, nello stesso collegio, aveva piazzato come suo “uomo di fiducia” Michele Abbaticchio, già sindaco di Bitonto (Ba) per dieci anni, e vicesindaco della Città Metropolitana. Questa “stortura” per Decaro “viola il principio base della democrazia rappresentativa, tradendo di fatto la volontà popolare”: per questo promette di battersi “con tutte le forze” per tornare “alle preferenze”. Questa “deve essere la prima battaglia che il Partito democratico deve intraprendere nei prossimi mesi”.

 

 Le elezioni politiche, d’altronde, in Puglia hanno messo da parte un lavoro che l’ex ministro Francesco Boccia stava portando avanti come commissario del Pd, dopo la messa in discussione della posizione del segretario regionale Marco Lacarra. Sarà “il congresso la strada maestra che condurrà al rinnovamento”, ha detto il capogruppo dem in Regione, Filippo Caracciolo. “L’intero modello su cui il Pd si fonda che va smantellato – rincara Decaro -. Basta con i capi corrente che fanno e disfano le liste a propria immagine e somiglianza. Basta con questo esercizio del potere per il potere. Basta con l’autoconservazione come unico scopo della politica”. Insomma, Decaro lo ammette: “Ha vinto, invece, l'idea di Paese del centrodestra. E quindi, come è giusto che sia in una democrazia, tocca a loro, adesso, governare”. Ma il centrodestra, unito, fa di più e annuncia subito battaglia: "Nessuno di noi ha sputato sangue. Volevo chiedere al presidente Michele Emiliano se questa è la sua Stalingrado del Sud", ha ripetuto il vicecordinatore regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli, forte dell’11,5% ottenuto dagli azzurri in Puglia, tra i migliori risultati d’Italia. Da oggi, dunque, il centrodestra compatto è già pronto a lavorare: “Il grande sconfitto in questa campagna elettorale è il Pd ed Emiliano – ha detto a caldo il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Marcello Gemmato -. con questo risultato rotondo per Fratelli d'Italia e per il centro destra unito, insieme si proiettano verso una competizione elettorale che passa prima per le comunali di Bari del 2024 e poi per le Regionali del 2025". Dall’altra parte del fronte ci saranno sicuramente Emiliano e Decaro: il primo che sogna di tornare a fare il sindaco nella sua città, l’altro che è pronto per prendere il testimone dal suo padre-putativo alla guida dell’Ente regionale.

Giornalista1

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